Studi Idrogeologici

Il pericolo idrogeologico

La stabilità dei versanti montani è governata principalmente da tre fattori: la morfologia del suolo, le caratteristiche geotecniche, il comportamento dell’acqua (pressioni interstiziali). Quest'ultimo, a differenza dei primi due, è quello che varia più repentinamente durante fenomeni piovosi di particolare intensità. All'aumentare del contenuto d'acqua nel suolo la resistenza dello stesso decresce; è in queste condizioni che si verificano le frane. Una frana è un processo di distacco e discesa, per effetto della gravità, di notevoli masse di materiale roccioso lungo versanti a notevole pendenza. In seguito alla caduta di una frana si formano cavità nella zona di distacco e si determina l’accumulo del materiale precipitato. La caduta di una frana di solito è un evento improvviso e veloce, ma esistono anche frane lente, che restano attive per decine di anni. In base alle caratteristiche del terreno in cui si sono verificate e alle modalità di scivolamento si distinguono differenti tipi di frane, che quando avvengono in conocomitanza di piogge intense, possono essere riassunti nella definizione generale di "pericolo idrogeologico".Questo problema ambientale è oggi all’attenzione di tecnici, politici e cittadini soprattutto in ragione della particolare gravità con cui alcuni eventi si sono manifestati nel nostro paese, dalla catastrofe del Vajont all’alluvione di Firenze, sino ai casi verificatisi queste ultime stagioni. In particolare la situazione più drammatica è senz’altro quella che ha sconvolto l’area di Sarno nel maggio del 1998, causando la perdita di quasi 200 vite e danni ingenti ad abitazioni ed infrastrutture. Questo disastro ha funestato il sud della nostra penisola, ma numerosi altri eventi interessano con cadenza quasi annuale i territori dell’arco alpino che sono risultati maggiormente a rischio in virtù della spiccata antropizzazione che li contraddistingue.

Analisi del pericolo

    • La metodologia di studio è stata elaborata ed affinata in seguito a numerose esperienze progettuali condotte in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell'Università degli Studi di Trento. Gli Step progettuali caratterizzanti l'analisi del pericolo si delineano qui di seguito:Inquadramento geografico e geologico:in questa fase si raccolgono tutti i dati necessari alle analisi successive: carte tecniche, topografiche, litologiche, modelli digitali del terreno della zona in esame e dati riguardanti lo storico degli eventi avvenuti precedentemente.
    • Studio geomorfologico:mediante tecniche gis si realizza uno studio della morfologia della zona che produce una modellazione altimetrica, delle pendenze, delle curve di livello, dell'indice topografico della zona e di altre caratteristiche necessarie per una miglior comprensione dell'andamento plano-altimetrico del suolo.
    • Studio idrologico:individuazione del bacino di pertinenza dell'area in esame, raccolta di dati meteorologici quali piogge, umidità, pressione, temperature ed eventuali portate nelle sezioni di chiusura dei bacini idrologici individuati.
    • Ricerca delle aree a rischio franoso:dopo aver scelto il metodo di analisi che meglio si adatta all'area in esame, si esegue una mappatura delle zone che risultano a rischio idrogeologico.
    • Ipotesi di intervento:con riferimento all'antropizzazione della zona in esame si calcola, a partire dal pericolo riscontrato, il reale rischio per persone, abitazioni e altre opere civili. Infine si realizzano ipotesi progettuali di intervento quali difese attive o passive, interventi sulla morfologia del territorio (ad esempio sui corsi d'acqua, sulla vegetazione o sul pendio stesso).